Deve essere successo lì. Non c’è altra spiegazione. Tutto nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre. In quel fatidico Consiglio…
Dove eravate? Quale alibi per l’assenza? Stavolta siamo tutti colpevoli. Un po’ perché le convocazioninon lasciano mai molto spazio alla programmazione, sempre a filo di Statuto, un po’ perché fuori dal virtuale il Narratore errante c’ha pure una vita. Insomma, in quella notte nessuno ad ascoltare, nessuno ad osservare con occhi vigili l’operato del Consiglio dei Misteri. E, casualmente, di tutte le registrazioni, manca proprio quella del 30 novembre. Ma sì… dopotutto, chi mai volete che la vada ad ascoltare? Già…
Comunque, dicevamo: deve essere successo lì. Una comunicazione ufficiale, magari pure una discussione… Su un fatto importante come la chiusura prolungata della palestra comunale nel cuore dell’anno scolastico e della stagione sportiva. Sì. Di certo ne hanno parlato in quel momento, a poltrone deserte e a microfoni spenti.
In quel novembre, dopo la delibera di Giunta N.85 del 10/11 che approvava progetto esecutivo e cronoprogramma lavori, qualcuno di certo avrà pensato al fatto che, di lì a poco, le scuole non avrebbero più avuto accesso alla palestra comunale perché oggetto di importanti interventi di adeguamento sismico; che le squadre da tempo organizzate nei calendari sportivi avrebbero dovuto rivedere la loro programmazione. E che tutte le attività sportive si sarebbero dovute trasferire al Palazzetto. Ci avrà pensato senz’altro, qualcuno. Soprattutto a come comunicarlo alle istituzioni scolastiche, alle società sportive, alle famiglie, ai cittadini. C’era un tempo ragionevole; due mesi, più o meno.
La storia è andata diversamente, e lo sa bene chi frequenta la scuola e gli spogliatoi, da genitore, da studente, da sportivo.Pochissimi giorni fa una comunicazione verbale delle insegnanti ai ragazzi, senza certezze, se non quelle della sospensione di attività motoria, e una non meglio specificata navetta per il Komodo, di cui di più non è dato sapere. E solo qualche giorno prima ai responsabili di squadre e campionati.
Non una comunicazione scritta sul sito del Comune.
Non una nota sul sito dell’Istituto Comprensivo.
Non una comunicazione alle famiglie da parte della scuola.
Non uno straccio di cartello davanti alla palestra.
Non un trafiletto tra i necrologi di opere pubbliche.
Niente. Di niente. Di niente.
Molti, se non tutti, sapevano di imminenti lavori alla Palestra. Tutti, davvero tutti gli uffici e gli amministratori al governo, sapevano almeno da settembre i tempi e i modi di questo intervento. Parliamo di lavori non improvvisi né improvvisati. Parliamo di un disagio palpabile di quattro (4) mesi, che difficilmente poteva passare inosservato nell’attività quotidiana di centinaia di Campeginesi.
Tanto che qualcuno ha scritto all’Errante, chiedendo di metterci la testa. E chiedendosi (con noi): “scriverete qualcosa a proposito della palestra comunale chiusa per quattro mesi a partire dal 1 febbraio interrompendo con un preavviso brevissimo le attività sportive (allenamenti e partite) programmate a partire da agosto?”. Noi, grati della fiducia, riportiamo fedelmente, e giriamo ai nostri milioni di lettori.
L’Amministrazione e gli uffici devono essersi presi alla sprovvista da soli. Un raro caso di auto-agguato. Tutto e possibile, nelle tenebrose notti di Novembre. Ma ora siamo a gennaio… e la palestra ha già chiuso i battenti.
Sia chiaro: nemmeno per un istante deve essere messa in discussione la necessità di questi lavori. Nè vogliamo pensare che si potesse scegliere altro periodo, perché ci saranno senz’altro ottime ragioni tecniche che costringono a fare l’intervento nel bel mezzo di tutto.
Ma un istante dopo, la questione è una sola: si poteva (e si doveva) fare di meglio (e fare di più) nella comunicazione di un effettivo e prolungato disagio, che coinvolge tantissime persone e altrettanti incastri privati e pubblici. Rivoluzionare i calendari fissati da tempo delle squadre sportive non è cosa semplice e comporta disagi gestionali importanti che non possono essere risolti con riunioni fatte all’ultimo minuto. E subito prima della comunicazione, una vaga idea sulla gestione pratica dei prevedibilissimi problemi sarebbe stata abbastanza d’aiuto.
La qualità della vita di una comunità spesso si misura nei momenti complicati, che per fortuna non sono calamità. Ristrutturare una palestra non è una emergenza, ma è proprio nella gestione del disagio che si vede la cura e il rispetto della collettività. Basta poco. Basta un niente. Che è tanto di più di quanto si è visto. E letto. E sentito.
Noi, pacatamente agguerriti, restiamo in ascolto di tutto e di tutti.
E visto che qualcuno lo ha fatto, possiamo finalmente dire la frase di rito: continuate a scriverci!
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