- Benvenuto, signore. Si ferma molto qui da noi?
- No…solo questa sera… giusto il tempo di staccare un po’.
- Perfetto signore. E’ fortunato: per lei oggi abbiamo una delle nostre camere migliori.
- Davvero? Sa, perché io sono dannatamente esigente.
- Oh…lasci che glielo dica, per lei una vera chicca. Camera con vista…
- Splendido… ma vista su cosa…
- Vista su tutto, signore. Gli sguardi non sono mai abbastanza. Prenda un segnalibro, e una lampadina di ricambio. O se preferisce, una coperta, una torcia elettrica e una mela…
- Ma… Mi servirà tutta la notte.
- No, non le basterà, signore. Buona lettura…
Stanze piene di storie, e lettori come ospiti occasionali. Siamo partiti da questa suggestione e dalla realtà: esiste davvero (a Tokyo) un ostello per libri e persone insieme. Per arrivare ad un errare tipico campeginese, tra volumi, narratori, luoghi dell’anima e della terra.
Le stanze di questo albergo immaginario non hanno numeri. Solo idee, concetti, spunti, sussulti e sussurri. Le frequenteremo brevemente, porta dopo porta, anche se la parte interessante è la finestra: la loro vista, su qualunque argomento ci appassioni, ci emozioni, o semplicemente ci diverta.
Seguiteci in questa esplorazione senza mappa e senza schema. Seguite il rosso e il blu, marcatori di senso e di passioni…
Insomma, prendetevi una stanza. Una a caso. E buona lettura.
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