La maggioranza dei Campeginesi ha abbastanza primavere per ricordarsi un’epoca in cui la divisione tra opposti schieramenti era una faglia serissima. Culturale, sociale, storica, e insieme politica. Quei confini erano a volte ideologici, ma più spesso semplicemente di valori, di provenienza, di tradizione familiare, e sembravano paletti (persino muri) invalicabili.
Questo è stato vero per decenni. Eppure sono fiorite associazioni, attività, partecipazione, di ogni segno e ispirazione. In sana coesistenza, e pure in competizione. Quella passione, pure acerrima, seminava vitalità e condivisione.
E poi. E poi è accaduto che con il crepuscolo della partecipazione politica, le divisioni non sono tramontate. Hanno cambiato oggetto, ambizioni, respiro. Probabilmente hanno perso altitudine. E le associazioni sono persino aumentate, anche per effetto di nuovi schieramenti, un diverso modo di pensare il paese e i suoi cittadini.
Accade oggi che, proprio nell’anno in cui ci si aspettava ragionevolmente la “corsa” a restituire a Campegine quel mix di iniziative, di vita condivisa, di eventi…proprio nell’anno in cui il proliferare di associazioni sembrava specchio della promessa nuova vitalità…proprio in quell’anno… un evento “semplice” e una questione banale (lo si dica con rispetto) come il Carnevale di Campegine diventi contesa, e rischi di saltare.
Accade che sia l’Amministrazione a intervenire in una generosa quanto inconsueta “supplenza” dell’associazionismo vecchio e nuovo. Forse un paradosso, nel momento in cui il nostro Paese dovrebbe vivere di un’intensa attività culturale e ricreativa; e registra invece l’assenza di dialogo tra i soggetti che ne dovrebbero essere i principali artefici.
A che pro? A chi giova tutto questo? L’attivismo dichiarato, che a volte diventa animosità, di associazioni, schieramenti, gruppi, clan vecchi e nuovi, dovrebbe essere prima di tutto il fertilizzante per la società campeginese. Rischia invece di ridursi ad un gioco delle parti, per di più a somma zero, soprattutto per i cittadini. Dove ognuno di noi sta perdendo qualcosa.
Si può persino essere nostalgici di altre contese, di altri slanci, di altri tempi. Ma non è necessario. Basta confidare in una bella manifestazione e in una bella giornata. Visto che la bella occasione di unirsi per il bene comune stavolta è stata persa.
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