Riporto un estratto dell’invito che ha fatto don Paolo in merito alla decisione, poi rientrata, dei Conad di Sant’Ilario e Taneto di restare aperti la mattina del 25 (dalle 9.30 alle 12.30).
“Il Giorno di Natale (e magari anche la Domenica) non fare la spesa, vai a trovare amici e parenti, rallegrati con le persone che incontri, stai con la tua famiglia, se sei cristiano vieni alla S.Messa, riposati, fai un gesto di cortesia e carità verso chi è solo o nel bisogno … ma non fare la spesa. Aiuterai te stesso a non essere dipendente dalle cose, più libero e sereno.”
Libertà di apertura nel commercio, il più delle volte si traduce in libertà di scelta. Ma ci sono dei paletti etici oltre i quali non bisogna andare! Non si stratta di essere credenti o meno, si tratta di puro e semplice rispetto delle persone per attività (come il commercio appunto) che non sono vitali. Il giorno di Natale i negozi devono restare chiusi! Punto. Perché attraverso i valori come il rispetto dell’altro si riscoprano quelli più importanti dello stare insieme, come Famiglie e come Persone.
E se avremo quattro panettoni invece che cinque in tavola, se all’ultimo momento ci accorgeremo che manca la quarta variante di salsa per accompagnare il bollito…beh…signori…a questo sopravvivremo di certo … Ma se ci dovessimo accorgere che a mancare è un abbraccio, un sorriso per le persone che ci sono accanto, un pensiero per chi è lontano…ditemi, in quale reparto del Conad dovremo andare per colmare la mattina di Natale il vuoto che scaviamo attorno a noi i restanti 364 giorni dell’anno?
Ora pare qualcosa sia cambiato. Davanti a questi negozi campeggiano orari diversi, rispettosi del buon senso, del calendario degli affetti, prima ancora della liturgia. Avremo un Natale a corsie chiuse… questa volta. Per quest’anno, ancora, persone prima delle cose.
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