Volontari della Libertà, via

C’è una via a Campegine che si chiama “Volontari della Libertà”. Se non sapete dov’è, smettete di leggere, e andate a cercarla, tanto ci rivediamo… Pochi lettori sanno che è il Bertucco, una delle strade che dall’abitato e dall’asfalto sfuma nella ghiaia, nei campi. Per spegnersi contro un argine, il nostro estremo oriente del comune… I nostri confini sono così: “rilievi fluviali”, un ossimoro possibile solo su queste pianure imbrigliate nell’acqua.  Nelle sere giuste, poi, da lì si vede la più bella luna che Campegine possa meritarsi, indisturbata e complice sulla campagna.

Quella strada fu, nel giorno della Liberazione, il percorso che fecero i partigiani per entrare in paese. Lasciate le case sicure, le “valli” contadine più isolate, entrarono a Campegine, e finiva la guerra. Ce l’abbiamo solo noi a Campegine… non la troverete in nessun altro comune fino a Bologna. Altrove troverete Via 25 aprile, Via della Liberazione… ma i “volontari della libertà” sono una pensata tutta campeginese. Ed è bello sapere che ci hanno pensato.

Non è una storia che racconteremo. Ma è un punto di partenza. Necessario. Così come lo è un numero: 181. Sono i partigiani riconosciuti nella piccola comunità di Campegine alla fine della Resistenza; un rapporto abitanti/militanti impressionante, rispetto ad altri paesi qui attorno, pur generosi nella lotta; e che non tiene nemmeno conto della collaborazione, della protezione, della solidarietà con la Resistenza di moltissime famiglie contadine, nei 20 mesi di occupazione nazifascista.

Ci stringeremo a questa consapevolezza: che veniamo da lì, piaccia o non piaccia. E’ la strada da cui siamo entrati nella libertà,  Campeginesi di X generazioni, così come nuovi e nuovissimi venuti. Questa è la materia prima, e insieme l’identità perduta. Un paese di campagna, il cui “centro storico” è sempre stato il reticolo diffuso di corti e caseggiati. E dove si veniva a “imparare a fare gli antifascisti”, fin dalla città, e dalle altre contrade.

Questo è solo un prologo, dunque. Una prima dichiarazione. Perchè per raccontare con disincanto e maturità il “nero” sfacciato dei giorni nostri, è utile scegliere proprio un punto di partenza, e insieme una scelta di campo. E io scelgo Campegine. Scelgo una categoria dell’umanità e non della politica: l’antifascismo. Insomma non il vuoto del fascismo, ma il pieno della civiltà. E se non siete d’accordo su questo discrimine, potremmo non capirci mai. Ma non smettete punto di leggere. Chissà…

Io scelgo la nostra Via Volontari della Libertà (che più nostra non si può), per entrare nei nostri giorni, nel nostro tempo immemore. Che se la imbocchi dalle case di Campegine c’è scritto “strada senza uscita”… Ma se la prendi invece dall’argine, dal verso antico… dall’inizio… è invece una strada con un unico senso: quello della storia, quello giusto.

Buona Giornata della Memoria a tutti.

 

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